Zeus di Ugento
Ugento (LE), via G. Mazzini angolo via Fabio Pittore | 530 a.C.
Rinvenuta nel 1961 a Ugento, centro dell’antica Messapia, durante lavori di ampliamento di un’abitazione privata, la statua in bronzo raffigura Zeus nell’atto di scagliare la folgore (perduta) con la mano destra, mentre sulla sinistra posava un’aquila di cui rimangono gli artigli. Sul capo del dio si osservano due corone, una di rosette e l’altra di foglie d’alloro.
La statua, alta 74 cm, era in origine eretta al di sopra di una colonna in un’area sacra a cielo aperto, priva di edifici monumentali come tipico dei santuari messapici. Del supporto si conserva il grande capitello dorico in pietra leccese, di lato pari all’altezza della statua e decorato sull’abaco (la parte superiore del capitello) da un fregio di rosette che richiamano quelle della corona di Zeus. Il capitello, rovesciato, venne riutilizzato per sigillare la cavità nella quale la statua era stata ritualmente deposta, forse per preservarla da un pericolo non meglio identificabile.
Capolavoro della bronzistica tardo-arcaica realizzato con la tecnica della fusione a cera persa, lo Zeus di Ugento deve essere probabilmente attribuito a un atelier tarantino, testimoniando degli intensi contatti che, al di là dei momenti di scontro anche violento, legarono gli abitanti della colonia spartana alle popolazioni indigene del Salento.