Mostra Taras e Vatl al MArTA di Taranto
A cura di
Eva Degl’Innocenti e Lorenzo Mancini
in collaborazione con Simona Rafanelli
MOSTRE ED EVENTI
Due giganti dell’Italia antica, la colonia spartana di Taras-Taranto e Vatl-Vetulonia, la famosa città della Dodecapoli etrusca, sono nel 2021 al centro di un Evento culturale articolato in due Mostre (una al Museo Civico Archeologico di Vetulonia, l’altra al Museo Archeologico Nazionale di Taranto) e un Convegno internazionale a Taranto.
Oltre a testimoniare la fruttuosa collaborazione fra i due Musei archeologici, il progetto è espressione della volontà di stabilire una solida interazione fra realtà territoriali distinte attraverso il dialogo intrecciato fra due antiche civiltà, quella etrusca e quella magnogreca, proiettato storicamente nel bacino del Mediterraneo.
Un Evento unico, declinato in tre atti, che ha come protagoniste due città i cui destini, fin dalle origini della loro mitistoria e nell’immaginario simbolico dell’arte figurativa, sono strettamente legati al mare. Immagini e oggetti divengono veicoli di valori e messaggi che l’Arte traghetta per mare rivestendoli di significati che parlavano una lingua chiara a queste due culture, segnate da profonde affinità anche nelle manifestazioni dell’artigianato artistico, fra le quali spicca una produzione orafa assolutamente straordinaria.
I SEZIONE:
Tumulo di Poggio Pelliccia
Primo nucleo dell’esposizione tarantina è la presentazione del tumulo di Poggio Pelliccia, monumentale complesso funerario innalzato nel territorio di Vetulonia. Se ne propone per la prima volta la ricostruzione in scala 1:1 della camera e di buona parte del dromos di accesso. La scelta è giustificata dalla varietà degli oggetti deposti nella tomba che, sebbene pesantemente saccheggiata, ha restituito materiali sufficienti a comprendere il livello di benessere raggiunto dalle élites locali tra l’età orientalizzante e l’età classica (VII-V sec. a.C.).
Veduta aerea del tumulo di Poggio Pelliccia nel territorio di Vetulonia (foto P. Nannini, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo)
Poggio Pelliccia: il dromos visto dalla camera funeraria (foto P. Nannini, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo)
Leoncino in faïence da una sepoltura infantile nell’area dell’Arsenale Militare di Taranto. Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA (foto M. Gallandra, Archeogeo S.n.c.)
Appliques in bronzo raffiguranti leoni da Poggio Pelliccia. Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto P. Nannini, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo)
II SEZIONE:
Costumi funerari e la cultura materiale di Taranto
La seconda sezione illustra i costumi funerari e la cultura materiale di Taranto nello stesso orizzonte cronologico in cui la tomba di Poggio Pelliccia fu utilizzata. Attraverso l’esposizione di alcuni corredi delle necropoli urbane, provenienti dai depositi del Museo, si potrà apprezzare l’ampiezza della rete di relazioni culturali e commerciali che facevano capo alla colonia spartana, coinvolgendo i centri del Mediterraneo che, negli stessi anni, intrattenevano rapporti con l’Etruria.
Fibula a sanguisuga in oro con teoria di cavalieri da Poggio Pelliccia. Museo Civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (foto P. Nannini, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo)