Zis Batas

16 febbraio 2021 16 febbraio 2021

Lo Zeus di Ugento, realizzato da artigiani greci in un centro di cultura ellenica, riproduce l’iconografia della somma divinità dei Greci ma era destinato a un santuario indigeno. Ciò non deve sorprendere, dal momento che i Messapi dell’attuale Salento, già in epoca arcaica, veneravano una divinità i cui attributi ne fanno il corrispettivo locale di Zeus. È lo Zis Batas o Batias il cui nome, a partire dal sesto secolo avanti Cristo, è graffito sulle pareti della Grotta Porcinara nella baia di Leuca, santuario emporico frequentato da indigeni e Greci: uno Zeus “Folgoratore”, questo probabilmente il significato dell’epiteto Batas, che lo associa allo Zeus Kataibates al quale i Tarantini, come apprendiamo dalle fonti, sacrificavano per espiare le atrocità commesse nelle guerre contro i Messapi, che presiedeva ai fenomeni atmosferici, dispensando fecondità con le piogge e proteggendo i naviganti.

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