Dioniso, tra le divinità più complesse e sfaccettate del pantheon greco, nacque da una delle numerose relazioni adulterine di Zeus. Il padre degli dei, invaghitosi della principessa tebana Semele, figlia di Cadmo, era solito presentarsi a lei sotto mentite spoglie. Secondo una delle versioni del mito Hera, venuta a conoscenza del tradimento del marito, assunse le sembianze di un’anziana nutrice e convinse Semele a chiedere all’amante di rivelarsi nel suo vero aspetto. Di fronte all’insistenza di Semele, che rifiutava di concedersi, Zeus si mostrò in tutto il suo terribile splendore, circonfuso di fulmini e nembi; la fanciulla, incinta di sei mesi, non resse la visione e rimase incenerita. Fu allora che Hermes elaborò uno stratagemma per salvare il nascituro: dopo averlo estratto dal ventre della madre lo cucì nella coscia di Zeus, che funse da incubatrice fino al naturale compimento della gestazione. La scena raffigurata sul cratere di Ceglie del Campo è proprio quella della nascita del dio, accolto amorevolmente dalle divinità dell’Olimpo. Dioniso era detto per questo Dígonos, il “nato due volte”.
Il mito della nascita di Dioniso