Il 7 e 8 ottobre si è svolto e il LuBeC 2021: la XVII edizione dell‘incontro internazionale dedicato allo sviluppo e alla conoscenza della filiera cultura – innovazione, che quest’anno ha ospitato “IMMERSIVA”, il primo summit internazionale sull’immersività.
Con la partecipazione di un pubblico qualificato di amministratori, dirigenti e funzionari pubblici e privati, professionisti ed operatori del settore, LuBeC è stato il momento cardine del dibattito tra pubblica amministrazione e impresa, luogo di aggregazione e creazione culturale, generatore di azioni concrete di sviluppo.
All’incontro dedicato alla sfida digitale, che molte istituzioni culturali nel mondo hanno deciso di cogliere, è stato invitato anche il Museo Archeologico Nazionale di Taranto, con la sua direttrice Eva Degl’Innocenti.
Il MArTA ha preso parte, infatti, al focus dedicato a “Immersività: casi di successo e tendenze internazionali per lo sviluppo”, insieme ad alcune società che si occupano di immersività e progetti culturali, al Museo di Storia della Scienza “Galileo” di Firenze alle Gallerie d’Italia.
“I progetti di innovazione e di digitalizzazione per il MArTA sono una mission importante da molto tempo e sicuramente anche prima della pandemia – ha detto Eva Degl’Innocenti –, come il progetto MArTA 3.0 che ha ottenuto il Premio Gianluca Spina 2021 conferito dal Politecnico di Milano”.
Coinvolgere i pubblici per assicurare l’accessibilità socio-culturale e la co-creazione con essi necessita una politica culturale basata sulla ricerca, sull’educazione e sulla formazione.
“La progettazione e la ricerca scientifica sono alla base di ogni nostra attività – ha detto la direttrice del Museo tarantino –il passaggio dagli atomi, ovvero in contenuto, ai bit è prioritario.”
Nel corso del suo intervento, la direttrice del MArTA ha presentato, oltre al tour virtuale 3D collegato alla piattaforma di donazione che finanzia progetti di educazione e ricerca del Museo, anche il progetto di digitalizzazione open source e open data di 40.000 opere conservate all’interno delle sale espositive e nei depositi del Museo, il laboratorio Fab Lab, il MArTA Lab, del Museo dedicato alla stampa digitale3D dei reperti, ma anche tutta l’attività di continuo dialogo con la community attraverso i social network, tra cui le piattaforme TikTok e Spotify. Leggi qui.
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