“Questa è solo una pallida anticipazione della mostra che inaugureremo nel mese di dicembre e che metterà in luce con evidenza come Taranto, nel IV e nel III secolo a.C., sia stata una grande metropoli del Mediterraneo, un centro di elaborazione artistica di altissimo livello capace di influenzare anche per secoli non solo le colonie greche o le popolazioni indigene, ma anche di inventare modelli come quello dei girali, che influenzeranno l’arte e la scultura nei secoli a venire”.
Così lo scorso 24 novembre l’accademico dei Lincei e archeologo di fama mondiale, il prof. Francesco D’Andria, che nella Sala Incontri del Museo Archeologico Nazionale di Taranto MArTA ha fornito alcune anteprime sullo studio che a dicembre culminerà in una esposizione che metterà in correlazione Taranto e Messapi, grazie agli scavi archeologici del santuario di Atena a Castro.
La conferenza “Alti e bassi della scultura a Taranto nella prima metà ellenistica” è stata organizzata dal MArTA e dalla delegazione tarantina “Adolfo Mele” dell’Associazione Italiana di Cultura Classica.
“Nell’ultimo Convegno di Studi sulla Magna Grecia insieme alla direttrice del Museo MArTA, Eva Degl’Innocenti avevamo pensato di approfondire il tema – dice la presidente dell’AICC di Taranto, Francesca Poretti – perché fino ad ora avevamo potuto solo immaginare la grandiosità della scultura tarantina prima dei saccheggi romani e ottocenteschi, ora anche grazie agli scavi di Castro siamo in grado di saperne di più e conoscere la maestria della scuola tarantina, a partire dalle tracce di Lisippo”.
Si tratta, dunque, di informazioni nuove che hanno il sapore delle rivelazioni scientifiche destinate a cambiare anche la lettura del fenomeno e confermare la centralità dell’arte tarantina tra la fine del mondo classico e l’età ellenistica.
Le ricerche archeologiche di Castro ci consentono di conoscere ciò che a Taranto cominciò ad andare distrutto già dal 272 a.C., quando la città venne devastata dopo la sconfitta della guerra contro i Romani.
“Castro – dice il prof. Francesco D’Andria – rappresenta lo specchio sull’Adriatico in cui Taranto si riflette. Nel Santuario di Atena hanno lavorato, per periodi abbastanza lunghi, scultori tarantini che lasciarono le loro firme sui blocchi che scolpirono o dediche nostalgiche in dialetto dorico tarantino.”
Una trama interessante che il Museo Archeologico Nazionale di Taranto ha voluto approfondire organizzando anche una mostra che a dicembre riporterà proprio nelle sale delle esposizioni temporanee del MArTA alcuni reperti di pregio provenienti proprio dagli scavi di Castro.
“La mostra è un progetto di ricerca che permetterà di condividere con il pubblico i numerosi spunti di riflessione sul grande fermento artistico tarantino – commenta la direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti – e consentirà di testimoniare il grado di autonomia espressiva degli scultori tarantini, capaci di anticipare anche di secoli espressioni artistiche come il barocco”.
La mostra di dicembre, organizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce, il Comune di Castro, il Museo Archeologico di Castro l’Università del Salento ed il CNR, si intitolerà “Athénaion, Tarantini, Messapi e altri nel Santuario di Atena a Castro”.
La conferenza del prof. Francesco D’Andria è pubblicata sulla pagina YouTube del MArTA all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=F-64UFt8-5o