Tota Italia. Alle origini di una nazione

Alle Scuderie del Quirinale due capolavori del MArTA

14 maggio 2021 14 maggio 2021

Due importanti capolavori del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, ovvero la metopa proveniente dal naiskos (tempietto funerario) di Via Umbria (III-II sec. a.C.) a Taranto e il celebre specchio a teca (con raffigurazione di una Musa o Afrodite seminuda, attorniata da Eroti) della Tomba degli Ori di Canosa (fine III-inizi II sec. a.C.), raccontano il territorio nella mostra, curata da Massimo Osanna e Stéphane Verger, presso le Scuderie del Quirinale a Roma dal 14 maggio al 25 luglio 2021.
L’esposizione racconta il processo di romanizzazione del Paese, ma anche e soprattutto la straordinaria varietà e ricchezza culturale dell’Italia pre-romana di cui la Puglia fu grande testimone.
“Anche il Museo di Taranto racconta, attraverso i suoi reperti, quel secolare percorso di unificazione culturale, linguistica, politica, giuridica e territoriale che è alle origini del nostro Paese – dice la direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti – e i due capolavori del Museo esposti alle Scuderie del Quirinale ne sono la testimonianza. La mostra Tota Italia è un segno tangibile della partecipazione delle Scuderie allo sforzo delle riaperture, plastica rappresentazione della collaborazione armonica di tutto il sistema museale italiano e stimolo per un’ulteriore riflessione sui valori dell’unità nazionale, nell’anno del 160° anniversario della moderna unità d’Italia, del 150° dalla proclamazione di Roma Capitale, del 75° dalla proclamazione della Repubblica.”
“Con il progetto di Tota Italia, – conclude Massimo Osanna, Direttore Generale Musei del Ministero della Cultura – abbiamo voluto raccontare il secolare percorso di unificazione culturale, linguistica, politica, giuridica e territoriale che ha portato i tanti popoli dell’Italia antica a riconoscersi, dal tempo di Augusto, come parte di un’entità unica, sotto il segno di Roma. Popoli distinti negli usi e nei costumi, nelle lingue e nei modi di vivere, di abitare, di costruire, di onorare i morti e le divinità, che riemergono con grande forza comunicativa, nelle loro suggestive, straordinarie differenze, nella prima parte del percorso espositivo, in cui confluiscono opere eccezionali dai più importanti musei italiani, e che poi gradualmente, nel prosieguo della mostra, si presentano, di fatto, come parte di un mondo comune, complesso, variegato e ricco di diversità, ma al tempo stesso profondamente unitario: quello romano. Molto dell’Italia di oggi, dal diritto, alla lingua, alle città e alle regioni, fino alla prima grande rete di strade e alla forma stessa del paesaggio agrario, laddove minori sono state le trasformazioni successive, discende da quella prima, grande unificazione della Penisola”.

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