Si torna in patria in un viaggio a ritroso nel tempo tra la Magna Grecia e l’Egeo, nei prossimi due appuntamenti dei “Mercoledì del MArTA” il 20 e 27 gennaio.
Relatore sarà il prof. Riccardo Di Cesare, già allievo della Scuola Archeologica Italiana di Atene e attualmente professore di Archeologia classica e del Mediterraneo e di Storia greca all’Università di Foggia.
Due approfondimenti che dall’antica colonia spartana riconducono alla matrice storica comune con la Grecia, attraverso due seminari su “Acropoli di Atene: storia, miti, memoria” (mercoledì 20 gennaio) e sul “Santurario delle Sirene di Efestia (Lemno): le nuove ricerche” (mercoledì 27 gennaio).
Quelli che attraverso le relazioni del prof. Di Cesare andremo a riscoprire, sono “luoghi” di grande attualità anche per la storia di oggi dell’unica colonia magro greca spartana che fu Taranto – spiega Eva Degl’Innocenti, direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Taranto – luoghi dalla forte identità religiosa che però tracciano una linea di continuità culturale tra Taranto e Atene, e i loro ruoli nella cultura euro-mediterranea dal Bosforo a Gibilterra.
Così nelle conferenze del mercoledì, in diretta sulla pagina Facebook e Youtube del MArTA, si parlerà il 20 gennaio della costruzione simbolica dello spazio e del paesaggio sull’acropoli di Atene.
Collocata topograficamente al centro dell’insediamento e della struttura urbana di epoca arcaica e classica (VIII-V sec. a.C.), – dice il prof. Di Cesare – l’Acropoli fu un luogo centrale per l’identità religiosa e politica degli antichi ateniesi, continuamente modellato dalla storia e dai miti.
Uno spazio religioso e politico, ma anche di memoria, dall’età del bronzo alle guerre persiane.
Il 27 gennaio si torna a navigare verso Sud approdando sulle coste dell’isola di Lemno, nel mar Egeo settentrionale. Questa volta però il prof. Riccardo Di Cesare racconterà nelle dirette del MArTA le nuove e importanti novità provenienti dai più recenti scavi nel santuario delle Sirene di Efestia, effettuati proprio sotto la sua direzione.
Quì i primi scavi del 1929 e del 1930 avevano portato alla scoperta di un santuario che aveva restituito una “stipe”, ovvia un vano colmo di oggetti votivi, tra cui le famose Sirene e Sfingi di terracotta, diventate presto un simbolo dell’isola – dice Di Cesare – oggi quei resti architettonici e i materiali rinvenuti in corso di studio consentono, però, di gettare luce nuova sul culto, sulle liturgie, sull’arte e l’atigianato di Lemno e sui fiorenti contatti commerciali dell’isola.
Gli appuntamenti del “Mercoledì del MArTA” sono fruibili on line il 20 e il 27 gennaio a partire dalle 18.00 sui canali Facebook e Youtube del Museo Archeologico Nazionale di Taranto.